Storia della Biblioteca civica

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Fu nel 1700 che l' illuminismo fece nascere anche nella nostra città l' idea di una biblioteca pubblica, idea che rimase peraltro a lungo non attuata, per motivazioni varie, non ultima l' indifferenza della amministrazioni pubbliche riguardo al tema, generata probabilmente da un' altrettanto marcata mancanza di interesse da parte di gran parte della popolazione.
"La costituzione di una libreria era tuttavia una esigenza sentita dai ceti colti massesi, se tale progetto ricompare, all' epoca di Maria Beatrice, tra i principali obiettivi programmatici dell' Accademia dei Rinnovati".
La spoliazione della gran parte del patrimonio artistico e culturale della famiglia Cybo, attuata da Alderano, costituiva di fatto una altra grave difficoltà per la formazione di una raccolta libraria consistente e significativa.
Il nucleo librario maggiormente rappresentativo era quindi all' epoca quello posseduto dai Gesuiti, chiamati ad insegnare presso il Liceo classico, un patrimonio che i membri dell' ordine utilizzavano sia per la loro formazione che per l' insegnamento, che veniva svolto nei locali del Palazzo dei Servi dell' attuale Via Palestro.
L' altro soggetto culturalmente significativo nel panorama cittadino era costituito dall' Accademia de' Rinnovati, che traeva la sua origine da quella dei Derelitti, di cui era stata la trasformazione.
All' inizio del 1800 si ebbe una prima donazione di opere all' Accademia dei Rinnovati da parte del Notaio Antonio Pucci all' inizio del 1800; la parte più consistente del patrimonio librario dell' Accademia pervenne tuttavia proprio dalla biblioteca del Collegio dei Gesuiti, chiusa al momento dell' esclusione dall' insegnamento dei membri dell' ordine, nel 1859, evento al quale fece seguito la confisca dei beni.
Sorse immediatamente, praticamente fin dal 1860, una disputa tra l' Accademia dei Rinnovati ed il Liceo circa la proprietà dei volumi appartenuti all' ordine dei Gesuiti; diversi interventi ministeriali succedutisi nella seconda metà del secolo non solo non servirono a chiarire la situazione, ma anzi la resero più complicata.

Nel 1904 venne stipulata una convenzione tra il Ministero della Pubblica istruzione, l' Accademia dei Rinnovati, il Comune di Massa e l' Amministrazione Provinciale per l' "istituzione della Biblioteca della R. Accademia dei Rinnovati e del R. Liceo di Massa"; con tale atto veniva creata una nuova biblioteca, da chiamarsi "Biblioteca del regio Liceo e della Reale Accademia dei Rinnovati".
All' epoca, l' Accademia dei Rinnovati aveva sede nei vani adiacenti il grottesco del Palazzo ducale, ed in quella sede venne raccolto tutto il patrimonio librario.
Nel 1931 venne costruita la nuova sede del Liceo Ginnasio, ed in quei locali venne nuovamente trasferito il patrimonio librario; il problema fondamentale che attanagliò la vita della biblioteca era costituito dalle difficoltà nella gestione della biblioteca, dovute soprattutto alla mancanza di personale ed alla cronica carenza di risorse; di fatto risultava difficile la fruizione dei libri.

Nel 1952, "per creare a Massa, nel superiore interesse degli studi, una Biblioteca civica efficiente e moderna" venne stipulata una convenzione tra il Presidente dell' Amministrazione provinciale, il Sindaco di Massa ed il presidente dell' Accademia dei Rinnovati, con la quale - tra l' altro - si concordava quanto segue: "l' Accademia dei Rinnovati conferisce alla Biblioteca civica l' uso gratuito di tutti i suoi libri, posti attualmente nella Biblioteca del Liceo, pur conservandone la proprietà, così come di quelli che eventualmente in futuro potesse conferire" (cfr. art. 2 della convenzione).
Il successivo articolo 3 recitava inoltre: "detti libri, uniti a quelli di proprietà del Comune o che allo stesso perverranno da acquisti o donazioni, ed a quelli acquistati con fondi ministeriali, formano la Biblioteca Civica di Massa".
La convenzione venne recepita dai diversi enti con appositi atti, e negli anni successivi si procedette alla materiale costituzione della Biblioteca, nei locali di Via Sforza, adiacenti l' Archivio di Stato.
Il trasferimento del patrimonio librario oggetto tra l'altro della citata convenzione, avvenne purtroppo con modalità non corrette: "La separazione delle due librerie, che per mezzo secolo erano rimaste unite, (...) appariva nelle particolari circostanze inevitabile, giacchè né la scuola era in grado di offrire locali adeguati e sufficienti per i magazzini, né era disposta, per legittimi motivi, a privarsi autonomamente del suo patrimonio librario. Si deve solo lamentare cha la separazione dei due fondi, in mancanza di un aggiornato inventario, venisse compiuta in modo alquanto frettoloso e disordinato; è lecito perfino supporre che opere in più tomi siano rimaste smembrate fra le due biblioteche"

Negli anni '80 del secolo scorso la Biblioteca venne trasferita nel Palazzo Colombini di Piazza Mercurio, già sede della Banca d' Italia, ed il fondo antico trovò la sua sede in due stanze al secondo piano.
Nel 1998 il Comune di Massa diede avvio ai lavori di ristrutturazione dell' edificio, e, resosi necessario trovare una temporanea collocazione ai libri antichi - mentre la Biblioteca si trasferiva alla Rinchiostra ed il patrimonio librario moderno trovava ospitalità in un magazzino di via Dorsale - si ritenne opportuno sistemarli nel Palazzo Bourdillon, al piano di via Alberica, in alcuni locali fino a quel momento sede della stamperia comunale.

Nel 2003 la Biblioteche ha fatto ritorno nella sede di Palazzo Colombini.

La Biblioteca è intitolata a Stefano Giampaoli, nato e vissuto a Massa (1920-1985), dove ha insegnato nel Liceo Classico, nell'Istituto Magistrale e nell'Istituto Tecnico per Geometri, il prof. Stefano Giampaoli fu promotore e collaboratore dell'Annuario della Biblioteca civica, socio dell'Accademia dei Rinnovati e dell'Accademia Capellini di Spezia, membro ed animatore della locale sezione della Deputazione modenese di Storia Patria.
È autore di numerosi ed importanti studi sul territorio locale, da lui esplorato in svariate direzioni, rispondenti ai suoi molteplici interessi, letterari, artistici, ambientali.

Tra le sue opere più impegnative

•    Musica e teatro alla corte di Massa. I Guglielmi (Massa-Modena, 1978)
•    Vita di sabbie e d'acque. Il litorale massese (1500-1900).(Massa-Modena,1987)
•    L'ambiente e l'attività venatoria a Massa e Carrara sotto i Cybo (Secoli XVI,XVII,XVIII)(Massa-Modena,1967)
•    Un esule svedese in Italia. Il conte Adolfo Federico Munck (1749-1831).(Massa-Modena,1975)
•    Appunti sulla coltivazione degli agrumi a Massa.(Livorno, 1977).

Allievo diretto del padre, lo storico Umberto Giampaoli, ed erede spirituale di Giovanni Sforza, fu esploratore instancabile degli archivi di Stato di Massa, Firenze, Lucca, Modena, Vienna, aprendo con le sue ricerche, sempre condotte su documenti di prima mano e molto spesso inediti, infinite strade a due generazioni di studiosi.

È rimasto, anche nella considerazione popolare, lo storico moderno della città.

 

 

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Data ultima modifica: 
Lunedì, 8 Luglio, 2019